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 Un caso macroscopico
di inefficienza giudiziaria
     

Un grande invalido civile (100% con accompagnamento) è totalmente privo di mezzi di sussistenza perché non è in grado di riscuotere la sua pensione di invalidità e non può delegare altri a farlo

In questi casi la legge prevede la nomina d'urgenza di un tutore provvisorio che possa fra l'altro esperire questi adempimenti

Tale nomina deve essere effettuata da un giudice, previo sua audizione dell'invalido a casa dello stesso, che è intrasportabile.

Ebbene questa audizione, che è di assoluta urgenza, è stata fissata a ben 1 anno e tre mesi dalla domanda effettuata dal legale dell'invalido, l'avv. Aldo Corbo !

Intanto l'invalido resta ancora senza mezzi di sussistenza, malgrado la pensione.

Si impone che chi di dovere intervenga col massimo dell'urgenza, a scanso di ulteriori inconvenienti per l'invalido e per l'ahimé ancor più invalida macchina giudiziaria italiana, indegna di un paese civile.

 

Al grande invalido civile U.S. è stata riconosciuta una "inabilità lavorativa con necessità di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita" per cui gli è stata assegnata una pensione di invalidità al 100/100 con accompagnamento.

Fino al 6/7/2000 è vissuto a Napoli con l'anziana madre (insegnante elementare in pensione) della quale era a carico ma che, per ragioni di dignità, si era sempre astenuta dal richiedere l'interdizione del figlio, malgrado il suo stato.

A tale data 6/7/2000 tuttavia la madre decedette ed U.S. si trovò di punto in bianco privo di assistenza e del benché minimo mezzo di sussistenza.

In effetti, a causa delle sue condizioni psichiche non è in grado di riscuotere le mensilità della sua pensione di invalidità o di delegarvi qualcuno. E non può sottoscrivere la domanda di reversibilità della pensione della madre, di cui era a carico.

In questi casi la legge prevede la nomina d'urgenza di un tutore provvisorio che possa fra l'altro esperire questi adempimenti.

Tale nomina deve essere effettuata da un giudice, previo sua audizione dell'invalido. Se questi è intrasportabile, come nel caso di U.S., il giudice deve recarsi, per l'audizione, in casa dello stesso.

Cosicché il legale incaricato dai parenti dell'invalido, l'avv. Aldo Corbo (fratello di Antonio Corbo, capo della redazione napoletana del quotidiano "Repubblica") presentò un'istanza in tal senso al Tribunale competente, quello di Napoli, nel luglio 2000.

La pratica venne affidata al giudice Chiappetta della 1° Sezione civile.

C'era da aspettarsi che l'audizione venisse fissata a brevissimo termine, trattandosi di una procedura di assoluta urgenza.

Invece venne fissata a ben 8 mesi di distanza: per il il 27 marzo 2001!

Ma il più bello è che, una volta giunti a quella data, allorché, come stabilito, l'avv. Corbo si presentò puntualmente all'ufficio del giudice Chiappetta per poi recarsi con lui a casa dell'invalido per l'audizione (dove già si trovavano anche uno pschiatra dell'ASL che aveva in cura U.S., il dott. Manlio Russo e dei rappresentanti delle forze dell'ordine) trovò l'ufficio del tutto deserto.

Nessuna traccia del giudice Chiappetta...

Cos'era successo?

Il dott. Chiappetta era stato chiamato improvvisamente ad altro servizio, e ciò per la durata di un mese.

Per cui tutte le procedure previste per quel giorno erano state rinviate, compresa l'audizione di U.S.

Si potrebbe pensare che, quanto meno, tale audizione fosse stata rinviata appunto di un mese, data l'urgenza... Macché: era stara rinviata di ben altri 7 mesi, per l'ottobre 2001 !

Che aggiunti agli otto mesi già trascorsi dalla data della domanda dell'avv. Corbo, fanno 15 mesi, cioè un anno e 3 mesi !

Cioè per nominare un tutore provvisorio, provvedimento di assoluta urgenza, ci si metterebbe 1 anno e 3 mesi. Sempre se non intervengano altri ritardi...

E intanto U.S resta ancora privo di mezzi di sussistenza.

Si tratta, come si vede, di un macroscopico record di inefficienza giudiziaria, ben al di là di quelli che purtroppo siamo abituati a constatare ogni giorno in Italia.

Sul quale chi di dovere dovrà intervenire col massimo dell'urgenza, a scanso di ulteriori inconvenienti per l'invalido U.S. e per l'ahimé ancor più invalida macchina giudiziaria italiana, non degna di un paese civile.

     
 

 

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