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(Da 'Infos-Inter") | |||||
contro l'Ordine dei giornalisti |
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PARIGI-NAPOLI. Riceviamo dai legali parigini di Stefano Surace e volentieri pubblichiamo: In ordine alle numerose richieste che ci pervengono da ambienti giornalistici di vari paesi - soprattuto francesi e italiani - circa il noto contenzioso giudiziario in corso fra Stefano Surace e l'Ordine italiano dei giornalisti, ci pregiamo precisare quanto segue, in qualità di legali del Surace a Parigi, dove egli risiede abitualmente (anche se attualmente si trova a Napoli per completare la stesura di due libri). Stefano Surace nel 75 venne prima sospeso e poi radiato illecitamente dall'Ordine dei giornalisti italiano per la Campania; radiazione ribadita in seguito, altrettanto illecitamente, dall'Ordine nazionale. Che detti provvedimenti fossero illeciti è stato sancito in via definitiva dalla Corte d'appello di Napoli, prima sezione civile (presidente Vincenzo Schiano di Colella Lavina, relatore Carlo Aponte, consigliere Francesco d'Alessandro; integrata - come prevede la legge in questi casi - da due giornalisti, Lino Zaccaria e Francesco Maria Cervelli) nonchè dalla Suprema Corte; che hanno pertanto annullata la radiazione. La storica decisione della Corte d'Appello ha liberato i giornalisti italiani della spada di Damocle di vedersi radiati senza neppure gli si dica perché, che per anni pendeva sulla loro testa condizionando pesantemente il loro lavoro, con le intuibili conseguenze per un corretto funzionamento delle istituzioni democratiche. Detta sentenza comportava fra l'altro l'obbligo per l'Ordine di reintegrare subito Surace nell'albo professionale (il che è stato fatto, ma con molto ritardo) nonchè il diritto ad esigere il risarcimento del danno conseguente alla illecita radiazione, protrattasi per ben 19 anni. I legali del Surace in Italia hanno dunque citato l'Ordine in tal senso dinanzi al Tribunale di Napoli. Il procedimento è stato assegnato alla IV sezione civile di detto Tribunale, il cui giudice unico ha emesso una sentenza in cui confermava l'illiceità del comportamento dell'Ordine, ma affermava che non si possa agire nei confronti di questo in via risarcitoria, per intervenuta prescrizione. Tuttavia giuristi particolarmente autorevoli, esaminata la sentenza, l'hanno trovata viziata da ben sette violazioni di legge (errori di diritto) sul punto della pretesa prescrizione; sicchè stimano che invece il diritto al risarcimento sussista. Hanno inoltre riscontrato che per fondare la sua tesi, il giudice aveva addirittura attribuito ad una norma di legge un testo in realtà inesistente. I legali italiani del Surace hanno presentato dunque gravame dinanzi alla Corte d'Appello di Napoli. Riteniamo che sarà altresì presentato un esposto al Consiglio superiore della magistratura nei confronti del giudice autore della sentenza, stimando inusuali sette violazioni di legge in una motivazione di sole quattro paginette, nonchè la disinvolta alterazione di un testo di legge. Fra l'altro la sentenza di detto giudice risulta in stridente contrasto con la meritoria linea da tempo adottata dalle magistrature francese ed italiana a tutti i livelli, compresi i più elevati (Tribunale di Grande Istanza di Parigi, Corte d'Appello di Napoli, Corte di Cassazione, Procura della repubblica e Tribunale di Milano) per ristabilire la giustizia nei confronti di Surace e rimediare per quanto possibile al discredito che lo Stato italiano si è attirato per suo caso, molto noto all'estero. |
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