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 dai Mass Media
 
     
 (Da "Italia 2)      
     

 A proposito di Aznar, Amato, Bianco
e degli Italiani
che la Spagna rifiuta di estradare
     

 Non è colpa delle autorità spagnole se le migliaia di cittadini italiani condannati in Italia in contumacia e che si trovano in Spagna, non vengono estradati; ma esclusivamente dell'Italia, che si ostina non a caso a tenere in piedi un'autentica aberrazione giuridica come le condanne contumaciali, rigettata da tutti i paesei civili poichè viola principi fondamentali del diritto.

Il perchè di questa ostinazione assai sospetta

     

NAPOLI - Nel corso della visita a Napoli del premier spagnolo Aznar è venuto al pettine con particolare evidenza il nodo dei cittadini italiani condannati in Italia in contumacia con pene spesso pesanti, e che si trovano in Spagna; dove le autorità iberiche respingono sistematicamente ogni richiesta di estradizione formulata dall'Italia.

Non si tratta di tre o quattro casi, ma di circa... un paio di migliaia !

Certe nostre autorità, e di conseguenza buona parte della stampa italiana, sembrano rimproverare alla Spagna, con toni più o meno velati ma talora abbastanza espliciti, di «proteggere» queste persone, fra cui ci sarebbero dei grossi mafiosi.

La Spagna, insomma, sarebbe diventata il paradiso dei mafiosi, che vi godrebbero di piena impunità a due passi dall'Italia... Un luogo dove persone che sono state condannate per reati gravissimi possono vivere in modo legale.

I più diplomatici, per spiegare la faccenda, parlano di «contrasti derivanti dalla storia degli ordinamenti dei due paesi», per cui ci vorrebbe una sorta di «adeguamento reciproco»... Non mancando peraltro di sottindendere che sarebbe soprattutto la Spagna a doversi adeguarsi alla nostra legislazione.

Il capo del governo italiano, Giuliano Amato, ha dichiarato alla stampa che uno dei risultati concreti del vertice italo-spagnolo a Napoli è che un gruppo di lavoro comune «costituito dai rispettivi ministri degli interni e della Giustizia affronterà il problema dei tanti latitanti italiani rifugiatisi in Spagna».

La situazione appare appare comunque alquanto confusa, per cui abbiamo pensato di porre qualche domanda a un personaggio che deve conoscere l'argomento come pochi altri, visto che lo aveva sollevato da tempo, quando ancora praticamente nessuno ne parlava.

Si tratta di Stefano Surace, il celebre intellettuale italo-francese (giornalista, scrittore e gran maestro di Arti Marziali) che vive da quasi trent'anni a Parigi. Abbiamo potuto avvicinarlo proprio a Napoli, dove si trova per completare la stesura di due libri.

Italia 2 - Che ne pensi di questa storia degli Italiani condannati che non vengono estradati dalla Spagna ?

Stefano Surace - Beh, diciamo che è incredibile come si riesce a manipolare la gente, e quel ch'è peggio praticamente l'intera stampa italiana.

In realtà, se quei cittadini italiani non vengono estradati la colpa non è affatto della Spagna, ma esclusivamente dell'Italia.

Italia 2 - Ah sì ? E perchè ?

Surace - A causa di certi aspetti decisamente aberranti del nostro attuale sistema giuridico, ereditati da passati regimi ma che coloro che vi hanno poi subentrato si sono ben guardati dall'eliminare.

Si tratta di aspetti che violano principi fondamentali del diritto. Sarebbe facilissimo porvi rimedio, ma ci si ostina a tenerli in piedi con una pervicacia altamente sospetta.

Le condanne contumaciali non sono valide

Italia 2 - In che senso?

Surace - In qualsiasi altro paese civile non si può condannare qualcuno (o, comunque, non lo si può condannare in modo definitivo) se non è stato presente al processo.

In Italia invece lo si pò tranquillamente, e questo è una fonte di abusi su larga scala, talora gravissimi.

Italia 2 - Ma se è l'accusato stesso che si sottrae al processo rendendosi, per esempio, uccel di bosco...

Surace - Neanche in questo caso si può condannarlo. Nessuno è tenuto ad andare volontariamente contro se stesso presentandosi al carnefice, o comunque ad un tribunale che potrebbe attribuirgli una pesante condanna.

E' diritto fondamentale di ogni essere umano mettersi al riparo da una tale possibilità. Non si può obbligare nessuno, ripeto, ad andare contro se stesso.

Italia 2 - Ma allora le condanne che vengono emesse senza che l'imputato sia presente non sarebbero valide?

Surace - Appunto. Un processo è costituito da tre elementi indispensabili: l'accusatore, l'accusato e il giudice.

Se ne manca uno - per esempio l'accusato - non può considerarsi un vero processo. Nè la condanna una vera condanna.

Si tratta di un principio fondamentale, inderogabile del diritto, mirante ad evitare che si possa condannare qualcuno senza che si difenda, adottato da tutti gli altri paesi civili.

Italia 2 - Salvo l'Italia...

Surace - Salvo l'Italia. E non a caso.

Italia 2 - Ma in conclusione cosa si dovrebbe fare?

Surace - In Francia ad esempio - la cui magistratura è notoriamente fra le più rispettate del mondo - se un tribunale condanna qualcuno non presente al processo (cioè, come suol dirsi, "contumace" o "latitante") la condanna non può diventare definitiva.

Se in seguito il condannato si presenta volontariamente, oppure è catturato, il processo deve essere rifatto in sua presenza.

Analogamente in Spagna non si può condannare una persona se non è stata presente al processo.

E così via, in tutte le nazioni civili.

Anche a Saragat, Nenni, Pertini, Sturzo, Amendola....

Italia 2 - E come mai proprio in Italia, invece...

Surace - Per la verità anche in Italia "culla del diritto"(ma ormai divenutane la tomba) vigeva lo stesso principio fondamentale.

Fino a quando, prima della seconda guerra mondiale, negli anni 30, certi giuristi del regime dell'epoca, per mettere facilmente gli oppositori nell'impossibilità di nuocere, pensarono bene di introdurre quel criterio antigiuridico che permetteva di «processare» e condannare definitivamente anche in assenza dell'accusato.

Cioè, come sul dirsi, «in contumacia».

Italia 2 - E... funzionò?

Surace - Altrochè. Mostrò largamente la sua efficacia nei confronti di accusati che si chiamavano, per esempio, Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini, Luigi Sturzo, Giorgio Amendola...

Alcuni si trovarono in galera senza che fossero mai stati visti al processo; ed altri, per non subire la stessa sorte, dovettero riparare all'estero, Francia e Stati Uniti soprattutto.

Italia 2 - Ma una volta finita la guerra e instaurata la repubblica...

Surace - Finita la guerra molte cose cambiarono in Italia, ed anche si ribaltarono.

Saragat e Pertini, i condannato «in contumacia» rifugiatisi in Francia, divennero perfino Presidenti della repubblica italiana.

Ma, stranamente, quel criterio antigiuridico che era stato loro applicato non fu eliminato dal nuovo regime repubblicano ...

Italia 2 - Cosa vuoi dire? Che faceva comodo anche al nuovo potere?

Surace - Si è costretti a pensarlo. Si difese infatti tenacemente questa aberrazione benchè l'Italia sia stata condannata più volte per questo dalla Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo; che le ha ingiunto, come in suo potere, di rientrare nella legalità rispettando quel principio fondamentale.

Ma l'Italia non ha ancora ottemperato, restando così in piena illegalità.

Non c'è da sorprendersi che l'Italia veda inesorabilmente rigettate dagli altri Paesi la sue volenterose richieste di estradizione di italiani «condannati» in contumacia nella Penisola.

Il bello è che adesso si pretenderebbe che sia la Spagna a modificare la propria legislazione adeguandola a quella italiana. Seguendola cioè nell'illegalità...

Con incredibile faccia tosta si insinua che la Spagna, poverina, con conosce l'istituto della contumacia mentre noi invece sì; insomma, noi saremmo i primi della classe mentre loro un pò asinelli. Mentre è esattamente il contrario.

Ce ne vuole di malafede, per affermare cose simili.

Un'arma comoda per abusi di Stato

Italia 2 - Molti però sembra lo ripetano in buona fede...

Surace - Per essi si tratta semplicemente di ignoranza giuridica, e storica, che permette a certi ambienti di ingannarli, manipolarli.

Il bello è che negli ultimi tempi si era anche riusciti a trascinare certe autorità spagnole su posizioni dubbie, convincendole ad accordare l'estradizione quando l'Italia dimostrava che il condannato era stato avvisato del processo ed era stato assistito da un difesore di fiducia...

Ma nel marzo scorso la Corte costituzionale spagnola, con conforme parere della stessa pubblica accusa, (il «fiscal» Eduardo Fungairino, corrispondente al nostro pubblico ministero) ha bloccato bruscamente questa deriva spagnola verso l'illegalità di Stato all'italiana, affermando in tutte lettere che «l'istituto italiano della contumacia colpisce il contenuto essenziale dell'equo processo, intaccando la dignità umana».

Più chiaro di così...

In effetti innanzitutto le «notifiche» come sono fatte in Italia sono del tutto virtuali, basate su presunzioni puramente teoriche, che non danno vere garanzie che l'interessato ne venga realmente a conoscenza.

Ma soprattutto il problema non è solo quello che l'accusato deve essere informato del processo, ma che ha il diritto di non presentarsi anche se ne è a conoscenza.

E la sua presenza non può essere sostituita da un difensore d'ufficio o di fiducia, poichè l'accusato - elemento indispensabile del processo - è lui e non il difensore.

Non c'è da sorprendersi se i «negoziati» appaiono «difficili»...

Anche con la Francia...

Italia 2 - Sappiamo che conosci bene la questione poichè anche per te a suo tempo si pose un problema del genere per l'Italia, ma nei confronti della Francia.

(É bene ricordare a questo punto, specie per le nuove generazioni, che le inchieste e le campagne di stampa che Surace effettuava in Italia come giornalista e scrittore negli anni 60 e 70 erano particolarmente "scomode" per certi ambienti e personaggi politici ed economici italiani molto «in alto», dalle attività non precisamente confessabili. Non riuscendo a farlo condannare normalmente, poiché le sue inchieste erano ben documentate, gli furono lanciati degli ordini di cattura per pretesti reati a mezzo stampa, sicché fu costretto a riparare in Francia. Dopodiché gli si lanciò, in sua assenza, una vera valanga di condanne, appunto «contumaciali» per pretesi reati a mezzo stampa, per un totale di ... diciotto anni di galera (neanche per un assassinio efferato) che, grazie all'aberrazione giuridica di cui sopra, furono dichiarate subito definitive ed esecutive. Senonchè...)

Lo schiaffo di Chirac

Italia 2 - Allora, che successe con la Francia?

Surace - Che la magistratura francese considerò "inesistenti giuridicamente" tutte (diciamo tutte) quelle condanne fasulle che mi erano state attribuite in Italia.

Italia 2 - Sappiamo che addirittura il Presidente della repubblica francese, Jacques Chirac, ti decorò...

Surace - Già. E sulla decorazione c'era inciso «Parigi a Stefano Surace» ...

Italia 2 - Mica male come sberla a chi pretendeva in Italia di farti fare diciotto anni di galera! Sappiamo pure che fosti coperto di onori anche in Inghilterra, in Spagna e perfino in Giappone...

Surace - Sono state cose molto gradevoli.

Italia 2 - Ma le autorità italiane come reagirono in tutto questo ?

Surace - Il governo italiano non tardò a rendersi conto di quanto l'"affaire Surace" danneggiasse all'estero l'immagine della Penisola.

Mi fu offerta ufficiosamente una grazia presidenziale, anche con l'attiva intermediazione di un prelato del Vaticano, ma poichè ciò non comportava una esplicita sconfessione ufficiale di quelle condanne, rifiutai.

A questo punto lo stesso governo rinunciò a qualsiasi tentativo di estradizione nei miei riguardi, d'altronde senza speranza, ingiungendo ufficialmente agli organi «competenti» di astenersi dal tentare qualsiasi procedura in tal senso.

L'Ordine dei giornalisti...

Italia 2 - Ma la cosa che ci sembra più strana, in tutto questo, è che l'Ordine dei giornalisti non prese le tue difese. Anzi...

Surace - Eh sì. Quando espatriai in Francia, certi personaggi «di vertice» dell'Ordine dei giornalisti, invece di mobilitarsi in mia difesa come loro dovere, provarono a pugnalarmi alle spalle, radiandomi.
E' una macchia che resterà sempre su detto Ordine, a causa di quei singolari personaggi. Tanto più che in seguito la Corte di Appello di Napoli e la Corte di Cassazione hanno dichiarato illecita la radiazione, l'Ordine ha dovuto reiscrivermi e quei personaggi si videro definiti sulla stampa «sicari sfortunati». Ed ora i miei legali hanno citato l'Ordine per 19 miliardi di lire, a titolo di risarcimento.

Italia 2 - E quelle condanne per 18 anni di galera che fine hanno fatto, visto che sei quì in Italia?

Surace - Anche la magistratura milanese, oltre a quelle napoletana e francese, si è occupata del mio caso ed ha trovato modo di spazzar via anche per l'Italia quelle condanne fasulle. Ho così recuperato il diritto di rientrare nel mio Paese, cosa di cui non mi privo certo anche se la mia residenza abituale resta Parigi. Attualmente per esempio mi trovo in questa nostra bella Napoli, dove ho vissuto per tanti anni. Vi sto completando due miei libri.

Italia 2 - Ne avrai da raccontare...

Surace - Diciamo che probabilmente il lettore non si annoierà.

Italia 2 - Ci fu anche una petizione di intellettuali in Francia, mi pare...

Surace - Sì, un gruppo di intellettuali italiani e francesi promossero una petizione alle autorità politiche della Penisola.

I promotori furono l'italiano Federico Navarro, il francese Daniel Mercier e l'italo-francese Angelo Zambon.

Prendendo spunto dal mio caso, vi denunciavano "i casi gravissimi che sono stati resi possibili dal fatto che in Italia è ancora in vigore un tipo di processo penale contumaciale che viola gravemente il diritto, consentendo fra l'altro di dichiarare definitive ed esecutive condanne emesse in assenza dell'accusato; come costantemente ribadito anche dalla Corte europea pei diritti dell'uomo, che per questa ragione ha condannato ormai innumerevoli volte l'Italia".

Italia 2 - Ma, a questo punto, come si spiega che ci si ostini tanto a non far rientrare nella legalità il nostro sistema giudiziario mettendolo in regola su un punto così importante? Visto che, come dici, sarebbe facilissimo?

A chi giova tenere in piedi questa situazione di illegalità ?

I veri ostacoli

Surace - La risposta è duplice.

Da un lato questa storia giova a certo potere cui dà la possibilità di tenere qualsiasi cittadino sotto la minaccia di «condanne definitive ed esecutive» senza che l'interessato possa realmente difendersi. È un modo comodo per criminalizzare qualcuno che «fa ombra».

Se ne possono fare esempi a iosa, a tutti i livelli.

D'altro canto giova proprio a certi veri criminali che, grazie a questa aberrazione sono al riparo in qualsiasi altro paese civile (non solo in Spagna) da ogni possibilità di estradizione in Italia.

Riparo che invece cadrebbe immediatamente se l'Italia eliminasse la suddetta aberrazione.

È dunque proprio il fatto che l'Italia non modifica la sua legislazione su questo punto che dà loro questa possibilità...

Come si vede, c'è un doppio e ben grosso interesse. Il che spiega le incredibili difficoltà che si frappongono a una riforma peraltro dovuta e semplicissima da realizzare....

Italia 2 - E allora, tutte quelle critiche alla Spagna...

Surace - Si tratta di un bel tentativo di presa per i fondelli nei confronti dell'opinione pubblica e della stampa. Si cerca di menare il can per l'aia scaricando sulla Spagna responsabilità tutte italiane. Si parla di «negoziati in corso» per «adeguare le due legislazioni» quando in realtà non c'è niente da negoziare ma solo, per l'Italia, mettersi in regola col diritto. Con ciò, fra l'altro, si smetterebbe di coprire di ridicolo il nostro Paese prendendo sberle, nonché sberleffi, da tutte la altre nazioni civili ogni volta che chiede un'estradizione per le sue condanne «contumaciali»...

     

 

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